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2° Classificato - Leonardo Rossi - V CSA “Liceo Scientifico G.B. Quadri” (VI)

Napoli, estate 1943: mentre una pioggia di bombe tartassa la città e gli occupatori nazisti setacciano le case sventrate alla ricerca di giovani da mandare in guerra, nove persone si rifugiano in uno scantinato. Sono uomini e donne di diversa estrazione sociale, età e credo politico, e se inizialmente l’unico elemento che li accomuna sembra essere la paura per i bombardamenti, presto i protagonisti si (ri)scoprono parte dello stesso popolo e nazione. È questa la trama di “Morso di luna nuova”, ‘racconto per voci in tre stanze’ del celebre scrittore napoletano Erri De Luca.
Lo spettacolo è andato in scena sabato 4 marzo al Teatro San Marco, all’interno del Festival Nazionale di teatro “Maschera d’Oro”, ed è stato interpretato dagli attori della Compagnia Luna Nova di Latina. La sapiente regia di Roberto Becchimanzi, interprete anche di Gaetano, portiere del condominio e capo della resistenza segreta, è riuscita a mettere bene in luce il ruolo di “naufraghi” dei protagonisti, in un paese che va alla deriva. Alla drammaticità del contesto ha fatto da contrappeso l’irresistibile comicità napoletana, di cui hanno fornito un ottimo esempio i personaggi di Oliviero ed Emanuele, interpretati rispettivamente dai talentuosi Clemente Napolitano e Aldo Manzi. Nella vicenda però c’è stato spazio anche per l’amore, il più umano dei sentimenti che i giovani non sono disposti a mettere da parte, nemmeno in tempo di guerra, nemmeno se la tragedia può annidiarsi dietro la speranza: protagonisti di questo versante della storia sono stati i personaggi di Elvira, Biagio e Armando, a cui Chiara Becchimanzi, Cristian Mirante e Roberto Calì hanno donato grande spessore psicologico, tra spensieratezza e sensibilità. Infine, chiudono la lista delle “dramatis personae” l’anonimo Generale, Rosaria, madre di Elvira, e la devota Sofia, che hanno completato l’affresco sui molteplici volti della società partenopea dell’epoca. Qesti personaggi, che pure si sono evoluti durante la storia pur conservando qualche tratto un po’ stereotipato, hanno trovato comunque una convincente interpretazione nella recitazione di Luciano Ferreri, Mariarosaria Amato e Marina Casaburi.
Per quanto riguarda l’impianto scenico, di grande effetto sono stati gli effetti sonori, in particolare le esplosioni delle bombe, che con un ritmo cadenzato e inesorabile hanno condizionato l’agire dei personaggi. Anche l’essenziale scenografia ha assolto bene alla sua funzione e ha creato un ambiente spoglio e spartano che ha fatto da contrasto con la ricchezza interiore dei nove “naufraghi”. Forse gli effetti scenici meno efficaci sono stati i video di repertorio proiettati tra una scena e l’altra, intermezzi significativi ma di qualità grafica, purtroppo, non eccelsa.
Ad ogni modo, l’intensità del racconto e delle performance degli attori hanno colmato ogni mancanza, e il pubblico ha dimostrato grande apprezzamento, accogliendo con molte risate le gag comiche di Emauele ed Oliviero, e con un lungo applauso il potente e significativo finale.

Motivazione:
L’elaborato analizza e sintetizza in modo intelligente il dramma dei nove “rifugiati” napoletani, evidenziandone i contrastanti sentimenti di paura e speranza. Adeguatamente motivata e completa anche la recensione giornalistica dell’interpretazione offerta dalla Compagnia Luna Nova di Latina. Forma complessivamente efficace e controllata.