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Monografie

Un testo da riscoprire

Il nostro Progetto Teatro Veneto ci fa incontrare, questa volta, Giacomo Bonfio, che di Simone Sografi – alle cui “Convenienze teatrali” abbiamo dedicato il numero di febbraio (http://www.fitainforma.it/2016-2/febbraio/52-monografie) – fu grande amico. Di Giacomo Bonfio, della cui vita non si sa poi molto, in realtà, abbiamo scelto “Il viaggio di una donna di spirito”, commedia pubblicata intorno al 1830, che vi proponiamo, come sempre, in verione intergale, nel pratico formato Word e in Pdf.

Qui di seguito, alcuni cenni biografici e un’introduzione al testo a firma del drammaturgo Luigi Lunari.
“Il viaggio di una donna di spirito” ci offre un’occasione prelibata: gustarci una riflessione sulla donna scritta dalla penna pepata dello stesso Lunari.

Qualche notizia sulla vita
Non sono molto ricche le informazioni sulla vita di Giacomo Bonfio (1781-1855). Di lui, ad esempio, si sa che fu amico ed estimatore del concittadino Simone Sografi, e che per alcuni anni fu attore amatoriale, in varie compagnie, tra le quali quella di Salvatore Fabrichesi. Fu accolto tra gli Arcadi, con il nome di Dameta Sinopeo, dopo il successo e soprattutto la pubblicazione (nel 1817 a Roma) del suo dramma "Il duello".
Tornato a Padova, diresse una filodrammatica composta da giovani padovani, cui affidò diverse sue commedie: «Tra le quali rappresentazioni - si legge nel volume "Biografia degli scrittori padovani" di Giuseppe Vedova - merita certo di non passarsi sottosilenzio quella applauditissima, ove il Bonfio mise il primo sulle scene un sordo-muto». Per sottolineare la straordinarietà di quel vero e proprio "evento", Vedova riporta pure un «ben inteso articolo, che si pubblicò nella Gazzetta di Milano» (nell'appendice critico-letteraria nel n. VI, uscita sabato 6 gennaio 1821, come ricorda l'autore nelle note): «Di un nuovo esempio di comica rappresentazione - si legge nell'articolo riportato - fummo la sera del 19 dicembre spettatori in questo nuovo teatro. Il valentissimo nostro concittadino Jacopo Bonfio, secondato da un'eletta schiera di volonterosi filodrammatici, si accinse all'ardua impresa di esporre sulle scene la nota commedia "L'Abate de l'Epée”, facendo che la parte di Teodoro fosse sostenuta dal padovano sordo-muto Antonio Padrecca, allievo dell'Istituto di Milano. Diligentissime cure, avvalorate dal nobile desiderio d'offrire un saggio straordinario di quanto l'arte possa prevalere sulla stessa natura a vincerne le difficoltà, riuscirono a far sì che l'esito di gran lunga la comune espettazione superasse. (...) E la maggior lode è senza dubbio dovuta al prefato sig. Bonfio, che seppe concepire un sì nobile divisamento, e con somma intelligenza prepararne la esecuzione, e che, sostenendo la parte del protagonista, potè esprimere al vivo, e con grande maestà, l'indole soave, la penetrazione finissima, e la quasi celeste bontà di quel classico personaggio».
"Il viaggio di una donna di spirito. Commedia in quattro atti" compare tra le opere a stampa di Bonfio citate, nello stesso saggio, dal Vedova. Le altre sono: "Un poeta tragico ed una vecchia celibe" (pubblicata anche come "Il signor Grisogono e la sua Tragedia"), "Le due parole", "Le due pillole", "Due vecchie ad un albero", "La Collerica. Farsa tradotta dal francese", "Due ciarlatani. Commedia inedita in due atti", "La gioventù di Cimarosa. Commedia in due atti" e "La Veneziana di spirito. Commedia inedita in due atti".

Introduzione al testo
di Luigi Lunari

Di questo testo – confesso – sono arrivato a superare gli ottant’anni senza sapere niente. Giacomo Bonfìo (con l’accento sulla “i”, suppongo) mi si configura come un vero e proprio “amatore” e “dilettante” della drammaturgia, che scrive nello spirito dei “poeti di compagnia” di nobilissima ed efficientissima tradizione (dal Goldoni al Ruzzante, fino  al bellunese Gianluigi Secco o alla trentina Loredana Cont, per fare due nomi dei giorni nostri), per una propria compagnia di fedelissimi iniziati, nel suo caso padovani.  
Certamente dotato di un certo talentaccio, coltiva la scrittura teatrale con grave ritardo rispetto al calendario della drammaturgia ufficiale, più vicino ai pasticci cappa-e-spada del Cicognini e del Chiari che non all”Adelchi” che gli fu contemporaneo. “Il viaggio di una donna di spirito” è scritto un po’ con i piedi, se proprio vogliamo, senza preoccupazioni di verosimiglianza o d’altre bubbole, dove tutti i personaggi spiegano al pubblico quel che c’è da capire, con parentesi, “a parte”, racconti a chi sa già tutto, eccetera eccetera. Ma si regge su un’idea piuttosto originale, scandita nelle quattro “locations” di un viaggio da Torino a Milano; e su una protagonista che sembra riassumere in sé tutte le “donne” del teatro passato, dalla “Pazzia di Isabella” della Andreini, Comica Gelosa, alla Beatrice del “Servitore di due padroni”, se non proprio alla “Locandiera”.
Ora, per quello che ho imparato in quasi settant’anni di teatro, nessuno mi toglierà mai dalla testa l’idea che il Bonfìo abbia scritto questo testo come omaggio a una giovane e schioppettante attrice di cui si era invaghito. Eccolo dunque comporre questa virtuosistica antologia di finzioni, di travestimenti, di doppiogiochi, di linguaggi, con cui la bella Lucinda, minacciata di abbandono dall’amato “uffiziale” Adelisio, parte alla sua riconquista, e – naturalmente – “viene, vede e vince”. Perché le finzioni di Lucinda funzionino c’è però bisogno di un fatto alquanto contradditorio, che il Bonfìo – incurante d’altro che non sia il vantaggio della sua giovane attrice – non si perita d’introdurre: il fatto cioè che Adelisio debba essere un emerito pirla. Il che – peraltro - mina la logica di base del testo stesso, rendendo inspiegabile e incomprensibile che la vivace e brillante Lucinda faccia tante carte false per conquistare un pandòlo di tal fatta. Ma – dato che sul piano della logica  non stanno in piedi neanche l’”Amleto” o “Il piacere dell’onestà” – possiamo lasciar perdere questo dettaglio.
In conclusione, tornando a bomba: la riproposta di questo testo sarebbe tutto sommato cosa buona e giusta: occorre una giovane attrice brava, eclettica e multitasking… e una energica ripulitura del tanto che è di troppo nella generosa scrittura del Bonfìo. Il pandòlo non è un problema.

 

A vostra disposizione il testo della commedia.

IL TESTO COMPLETO DE IL VIAGGIO DI UNA DONNA DI SPIRITO (versione Doc) - IL VIAGGIO DI UNA DONNA DI SPIRITO (versione Pdf)

FITAINFORMA ringrazia Silvia Bagnara Milan per l'accurata e paziente revisione grafica del testo.