Arti sceniche

Costumi e segreti

Che ruolo hanno i costumi in un allestimento teatrale? Come si “vestono” al meglio un testo e l’idea registica attraverso la quale esso viene trasferito sulla scena? Quale rapporto esiste (o dovrebbe esistere) tra il regista, il costumista e gli altri artefici della “forma” scenica di uno spettacolo? In questo servizio, abbiamo voluto raccogliere le opinioni e le esperienze di tre operatori attivi in casa Fita: un regista, Francesco Boschiero della compagnia trevigiana Arte Povera; un giovane costumista, Giovanni Norbiato, che per Arte Povera ha disegnato i costumi del premiatissimo “Le Troiane” di Euripide, diretto proprio da Boschiero; e una costumista (nonché bravissima attrice) di provata esperienza come Kety Mazzi, de La Barcaccia di Verona, che nel corso della sua carriera ha affrontato gli allestimenti più diversi, dal teatro moderno e contemporaneo al repertorio goldoniano.

Tre voci scelte come testimonianze, preziose per stimolare, all’interno di ogni compagnia e da parte di ogni singolo operatore, una riflessione sull’approccio verso questo elemento essenziale della messinscena, nelle rappresentazioni di carattere più squisitamente tradizionale e realistico così come in quelle di taglio astratto e simbolista.

INTERVISTA A FRANCESCO BOSCHIERO della compagnia trevigiana Arte Povera

INTERVISTA A GIOVANNI NORBIATO, che per Arte Povera ha disegnato i costumi del premiatissimo “Le Troiane” di Euripide

INTERVISTA A KETY MAZZIINTERVISTA A KETY MAZZI, de La Barcaccia di Verona

Costumista? Ecco dove trovare la giusta ispirazione
Girando per l’Italia, non mancano le occasioni di conoscenza e ispirazione a disposizione di chi si occupi di costumistica teatrale, soprattutto nel caso di allestimenti pensati con un registro realistico e legati, quindi, ad una particolare epoca: si pensi, ad esempio, alle grandi pinacoteche che custodiscono opere utilissime a raccontare questo o quel periodo storico, o alle mostre dedicate ad artisti o correnti specifiche.
Esistono, però, anche spazi espositivi più specificamente dedicati a questo ambito, siano essi collegati a teatri piccoli o grandi (da quello della Scala di Milano a quello dell’Argentina di Roma o de La Pergola di Firenze, solo per fare alcuni esempi importanti) oppure realtà a sé, espressione di associazioni culturali o imprese private.   
Uno strumento utile per scovare questi preziosi scrigni di storia della moda, abiti, calzature, accessori, tessuti o costumi di scena in senso stretto, è, tanto per cambiare, il web: quel Sant’Internet che, con pochi tocchi sulla tastiera, può portarci in giro per il mondo nel tempo di un “invio”. Esattamente ciò che abbiamo fatto noi per darvi qualche dritta in materia: non esaustiva ma, ci auguriamo, interessante.
Cominciamo con una delle glorie di casa nostra. A Venezia, infatti, si trova il Museo del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo, collegato all’omonimo centro di studi storici in materia, con una ricca biblioteca di settore. I costumi conservati e le raccolte tessili vanno dal 1300 al 1800. Per informazioni, www.mocenigo.visitmuve.it.
Altro centro molto rinomato è il Museo del costume del Burcardo (nome che gli viene da Johannes Burckardt, vescovo e cerimoniere pontificio che fu il primo proprietario del palazzetto che lo ospita). Di proprietà della Siae, così come la celebre biblioteca teatrale omonima, si trova a Roma, in via del Sudario. Vi si possono ammirare, tra gli altri, due storici costumi da Arlecchino: quello settecentesco di Carlin Bertinazzi - del Théâtre Italien di Parigi, attore citato da Carlo Goldoni nei suoi “Mémoires” - composto da giacca, pantaloni, batocchio di legno e maschera in cuoio nero; e quello indossato da Marcello Moretti nel “Servitore di due padroni” goldoniano, diretto da Giorgio Strehler per il Piccolo Teatro di Milano. Fra maschere, calzature, abiti, gioielli e accessori provenienti da storiche produzioni e indossati da artisti di primissimo piano (Adelaide Ristori, Eleonora Duse, Tatiana Pavlova, Ermete Novelli, Ettore Petrolini e tanti altri), il Burcardo offre molto a chi si interessi di teatro e di costumistica, compresa una ricca collezione di bozzetti. Informazioni: www.burcardo.org/museo/costumi.aspA Firenze, accanto alle celebri collezioni di pittura e scultura, Palazzo Pitti ospita anche, dal 1983, una Galleria del Costume, allestita nella palazzina della Meridiana. In essa, i costumi e gli abiti sono sistemati in ordine cronologico, offrendo al visitare l’occasione di godersi, attraverso tredici sale, una colorata passeggiata dai primi del 1600 fino all’inizio del Novecento. I capi esposti, conservati in bacheche climatizzate, vengono fatti ruotare ogni due anni, così da non comprometterne l’integrità. Ogni capo è accompagnato da una scheda illustrativa. Della ricca dotazione della Galleria – circa quattromila pezzi - fa parte anche un lascito della Sartoria Tirelli. E proprio la Sartoria Tirelli – con sede a Formello, nelle vicinanze di Roma – è uno dei nomi più celebri e celebrati della sartoria teatrale e cinematografica italiana: un giretto nel suo sito (https://tirellicostumi.com/it) è già di per sé un’avventura emozionante, oltre che una stuzzicante fonte di ispirazione e di conoscenza.
Una dotazione di circa 25mila pezzi, raccolti in 1400 metri quadri a Pisa, è invece dichiarata dal Museo del Costume della Fondazione Cerratelli che - dichiara il sito - è il più grande in Europa quanto a «costumi di scena del ’900 provenienti da cinema e teatro (prosa, lirica, balletto)». Nata dalla passione del baritono fiorentino Arturo Cerratelli, la collezione – a disposizione di studiosi e appassionati - raccoglie anche bozzetti, disegni, manifesti, locandine e foto di scena. La Fondazione organizza anche masterclass in sartoria storica e teatrale. Ha una pagina facebook: Fondazione Cerratelli - Cerratelli Foundation.

Copertina Scuole

Diventare costumista: la formazione
Per prepararsi al mestiere di costumista teatrale attraverso un percorso accademico, la scelta è fondamentalmente tra università e accademie.
Per quanto riguarda l’università, ci si dovrà orientare su corsi di laurea in “Moda” o “Arti Visive”, attivi ad esempio allo IUAV di Venezia e in atenei come quelli di Firenze, Roma o Milano, che propongono una specializzazione in abbigliamento. I DAMS (Discipline delle arti, della moda e dello spettacolo) propongono anch’essi corsi di laurea orientati alle Scienze della moda e del costume. Un percorso interessante può infine essere quello offerto dalle Accademie di Belle Arti.
Accanto a vari master, molto interessante è poi il corso proposto dall’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Aperto a candidati dai 18 ai 35 anni (nati a partire dall’1 gennaio 1982) il prossimo si svolgerà da ottobre 2017 a dicembre 2018, per 1300 ore comprensive di lezioni in aula, teoria, pratica e stage, otto ore al giorno dal lunedì al venerdì. Le candidature online vanno presentate entro il 28 agosto. Informazioni e bando sono disponibili su: http://www.accademialascala.it/it/corso-sartoria-milano.html

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