Festival

30ª Maschera d'Oro

Si scaldano i motori per la 30ª edizione della “Maschera d’Oro”, il festival organizzato dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (Fita) del Veneto e in programma quest’anno dal 3 febbraio al 24 marzo al San Marco di Vicenza. Un’edizione... “dorata” come non mai, quella in preparazione, e che oltre a portare in scena il meglio dell’amatoriale italiano si arricchirà di una bella serie di eventi e proposte specialissime.

Ne parliamo con il presidente del Festival, nonché vicepresidente nazionale della Fita, Aldo Zordan.

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Qualche anticipazione su questa edizione del trentennale?
Ancora per qualche giorno non voglio ancora svelare di più, ma di certo coinvolgeremo altri centri regionali, daremo più spazio ai giovani, collaboreremo con alcuni importanti soggetti culturali e creeremo eventi molto particolari, gustosi e divertenti.

Ma che cosa fa della Maschera un super-festival, amato dal pubblico e desiderato (e temuto) dalle compagnie?
La Maschera d’Oro è vincente prima di tutto sul versante artistico. Guardando a queste trenta edizioni, non solo spicca la varietà degli autori e dei generi rappresentati, ma anche la qualità e quantità delle scelte “coraggiose” operate, con un’attenzione speciale riservata alla drammaturgia moderna e contemporanea. Avremmo potuto strizzare l’occhio al botteghino, ma non l’abbiamo mai fatto, scegliendo i lavori che davvero meritavano in base al loro valore e non alla loro “appetibilità”: una scelta che ci ha premiato, e di questo ringrazio prima di tutto il pubblico, quello degli affezionati e quello di chi, sera per sera, sceglie di stare con noi. E la nostra, aggiungo, è una qualità ormai “percepita” nel mondo del teatro amatoriale: non è un caso che ad iscriversi alla Maschera siano in genere compagnie con lavori di alto livello; per questo la scelta dei selezionatori si fa ogni anno più difficile, dato che la qualità media delle compagnie che decidono di accettare la sfida è, a priori, più alta del normale.

Altri elementi che fanno la differenza?
La presenza di partner molto coinvolti e partecipi, come la Regione del Veneto, il Comune e la Provincia di Vicenza, il quotidiano Il Giornale di Vicenza e Confartigianato Vicenza, con la quale abbiamo consolidato un rapporto speciale: questa organizzazione imprenditoriale, infatti, dal 1995 ci affianca con il Premio Faber Teatro, grazie al quale la compagnia vincitrice della Maschera può allestire un proprio spettacolo, per una sera, sul palco dell’Olimpico, il teatro coperto più antico del mondo. Oggi si parla spesso dell’importanza di creare un collegamento fra mondo economico e mondo culturale (che ha comunque un notevole peso economico, non mi stancherò mai di ripeterlo): noi lo facciamo da oltre vent’anni, grazie alla lungimiranza di questa organizzazione, che ha colto le affinità tra i nostri mondi e ha compreso la positiva ricaduta sociale di un intervento a sostegno della cultura.

Torniamo al programma del festival. Qualche conferma?
Avremo il “Premio Renato Salvato” per l’impegno a favore della cultura teatrale. E avremo il concorso di critica per studenti delle scuole superiori, ai quali viene data un’occasione speciale per entrare direttamente in contatto con il teatro e sviluppare il proprio senso critico. Ogni anno scegliamo per loro due spettacoli fra i sette in finale, adatti a questo scopo, o perché di autori trattati nella didattica, o perché ispirati a temi interessanti per stimolare una riflessione sia individuale che collettiva, con il coinvolgimento dei docenti. Da non dimenticare, inoltre, che il giovane che vince il concorso ottiene anche il diritto ad entrare, l’anno successivo, nella giuria maggiore del Festival, composta da operatori, critici ed esperti.

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