Festival

Una Maschera da incorniciare

È stata una trentesima edizione del Festival nazionale "Maschera d'Oro" assolutamente da incorniciare, quella conclusasi sabato 24 marzo al Teatro San Marco di Vicenza con la vittoria della compagnia Nuovo Teatro Stabile Mascalucia di Catania: combattutissima sul palcoscenico, ma anche ricca di stimoli, incontri e occasioni di approfondimento, fra conversazioni, serate a tema, spritz teatrali e musica.

E ora, di emozione in emozione, di fronte agli attori siciliani e alla loro regista Rita Re si apriranno le porte dell'Olimpico, gioiello palladiano e teatro coperto più antico del mondo: sabato 26 maggio alle 21, infatti, la formazione potrà esibirsi in questo tempio vivo e unico della cultura e dello spettacolo, grazie al Premio Faber, riconoscimento abbinato al Festival e messo in palio da Confartigianato Vicenza.
Per una cronaca e un video della serata finale, è sufficiente fare due passi "virtuali" nel sito www.fitaveneto.org. Qui, invece, ecco una rapida carrellata di istantanee dedicate ai protagonisti di questa edizione, un racconto per immagini della bella serata che ha concluso la kermesse, sempre al San Marco e sempre con la guida della simpatica e brava giornalista Elisa Santucci, fino alla pirotecnica esibizione finale affidata alla "Running Orchestra" composta da Valter Rado e dalla Mabò Band. In più, spazio alle motivazioni della giuria, al testo accompagnatorio stilato per il Premio "Renato Salvato", quest'anno assegnato al drammaturgo Luigi Lunari e ancora, doverosamente, spazio alle recensioni scritte dai primi tre classificati al concorso di critica teatrale "La Scuola e il Teatro", riservata agli studenti delle scuole superiori del Veneto.

palco

 

 

LA SERATA FINALE: IMMAGINI E MOTIVAZIONI

MIGLIORE COMPAGNIA
Nuovo Teatro Stabile Mascalucia
Uno sguardo dal ponte

maschera nts mascalucia

Uno sguardo dal ponte è uno spettacolo che ci ricorda come eravamo quando ad emigrare eravamo noi italiani; e come l'America ci accolse, dandoci lavoro e dignità. Spettacolo intenso, senza sbavature, senza difetti. Interpreti tutti di alto livello. Particolarmente curata la recitazione: sanguigna, con alcuni momenti di veemente aggressività, che riescono a conferire una straordinaria verità ad ogni lite, ad ogni conflitto. Una regia attenta e mai invasiva, un sax magico, una scenografia innovativa e un uso intelligente del dialetto fanno di questo spettacolo un allestimento di alto livello artistico.

 

MIGLIORE REGIA
Alberto Bozzo
La Trappola 

 regista alberto bozzo

Giocata con grande intelligenza e con un’attenta scansione dei ritmi e dei movimenti, la regia di Alberto Bozzo evoca con inventiva efficacia anche l’ambiente in cui si svolge l’episodio goldoniano, quella bottega di tessitori i cui prodotti e attrezzi diventano parte integrante del racconto. Nulla qui è lasciato al caso, sia nella definizione di ciascun personaggio, sia nella densa coralità di un insieme che appare un “ricamo” tanto elegante quanto schietto e vivace.

 

MIGLIORE ATTRICE
Ramona Di Martino e Valeria Pone
Compagnia Incontri

attrice pone e di martino

In una Napoli all'indomani della caduta del Regno delle due Sicilie, le figure della Baronessa Clotilde e di Donna Gesualda spiccano in questa rappresentazione teatrale per forza dei caratteri e impeto delle passioni. Inizialmente in netta contrapposizione, le due figure femminili, nello svolgersi della vicenda, si avvicinano sempre più tra loro, fino a divenire complici e poter essere pertanto considerate entrambe protagoniste. Lodevole la capacità di Ramona Di Martino e Valeria Pone nel trasmettere al pubblico i sentimenti dei personaggi nonostante i limiti linguistici dovuti all'uso del dialetto napoletano. Padronanza della scena e magistrale capacità interpretativa accomunano le due attrici, che interagiscono con gli altri personaggi con eccellente recitazione e notevole gestualità.

 

MIGLIOR ATTORE
Emanuele Puglia
Nuovo Teatro Stabile Mascalucia

attore emanuele puglia

Emanuele Puglia basa tutta la sua interpretazione sulla gelosia e sull'attrazione incestuosa nei confronti della nipote. Talvolta appare quasi inconsapevole, trascinato dal suo inconscio. Affrontare due ore di spettacolo basandosi unicamente su questi presupposti è tutt'altro che facile. Il ruolo è ostico. Emanuele Puglia lo affronta di petto: veemente, geloso, violento, subdolo nella delazione. Dalle sue battute traspare il dramma di un uomo travolto della cultura ancestrale dei padri, che si ritrova in conflitto con la cultura del Paese ospitante e con la propria istintività.

 

MIGLIORE CARATTERISTA FEMMINILE
Lorenza Rizzato
La Ringhiera

caratterista donna lorenza rizzato

La raffinata e orgogliosa Irene Molloy richiede un fascino non comune per essere interpretata. Si presenta dapprima come una donna raffinata chiusa nella sua boutique, dove si fa complice dei due commessi, per poi sfoggiare gradatamente il suo compiacimento per la vita mondana e gaudente. La difficoltà del personaggio è stata superata con grande carisma e naturalezza: l’attrice Lorenza Rizzato, solida e ben calata nella parte, ha dimostrato di sapersi destreggiare anche nei complessi equilibri delle scene più affollate.

 

MIGLIORE CARATTERISTA MASCHILE
Marco Francini
La Trappola

caratterista uomo marco francini

L'eccentrico e stralunato manganèr Momolo, che con le sue bislaccherie movimenta e ravviva le garbate conversazioni di Zamaria e dei suoi ospiti, trova in Marco Francini un interprete di notevole incisività. L’attore gioca con sicurezza e vigore sulle stravaganze del suo personaggio, lasciando talora scorgere il fondo melancolico che si cela sotto di esse. Nel dar vita al più caro “mato” del mondo, Francini approda ad un ottimo risultato in termini di energia e di ritmo, con beneficio dell'intera compagnia.

 

MENZIONE SPECIALE – INTERPRETE GIOVANE
Ariele Manfrini
Compagnia di Lizzana

menzione speciale ariele manfrini

Non è sempre facile comunicare senza l'uso della parola, ma la grande capacità espressiva di Ariele Manfrini nel ruolo di Tonino, strampalato attrezzista di un locale bavarese del primo '900, ha portato la giuria ad istituire questo riconoscimento speciale. L'attrice incanta il pubblico grazie alla sua presenza a tratti comica, ma allo stesso tempo di sostegno agli altri personaggi, e all'uso arguto e mai esagerato della mimica facciale. Il buffo tuttofare dal sigaro in bocca, pur nel suo ruolo secondario nella vicenda teatrale, diventa così una piacevole figura che unisce le varie scene dello spettacolo e le colora con la sua ironia.

 

MIGLIORE INTERPRETE GIOVANE
Egle Santonocito
Nuovo Teatro Stabile Mascalucia

giovane egle santonocito

Non è facile, per una giovane attrice, rendere appieno il complesso ruolo di Catherine, una ragazza che insegue i suoi sogni di vita, amore ed emancipazione, dovendosi destreggiare fra le proprie legittime aspirazioni e il possessivo sentimento dello zio Eddie. Egle Santonocito supera la prova con freschezza e sincerità di accenti, riuscendo nel contempo a fare emergere la consapevolezza delle tensioni che il suo personaggio suscita.

 

MIGLIORE ALLESTIMENTO
La Trappola - “Una delle ultime sere di Carnovale”

allestimento trappola

A risaltare è il cromatismo vivace dei costumi, in accordo alla brillante inventiva applicata alla scenografia. L’accuratezza degli abiti, coordinati in base alle coppie o spaiati laddove la complicità coniugale non è ancora in atto, ben si amalgama alla semplicità apparente della tessitoria. La soluzione originale dei rocchetti multiuso sta all’origine di momenti musicali e dinamici, nonché della trasformazione del palcoscenico da anticamera a festosa sala da gioco. Briosa è pure la sonorità della commedia, giusta combinazione di slanci poetici e umorismo.

 

IL PREMIO "RENATO SALVATO"
Luigi Lunari

premio salvato luigi lunari

Spiegare in maniera davvero esauriente che cosa Luigi Lunari rappresenta per la cultura teatrale italiana (e non solo) è semplicemente impossibile. Perché “il Lunari” nel teatro, con il teatro e per il teatro ha fatto di tutto: fin dagli anni vissuti al “Piccolo” di Milano, al fianco di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, e poi attraverso tutta la sua brillante carriera di drammaturgo rappresentato in ogni parte del mondo, di vibrante traduttore, di raffinato saggista.
Per il teatro Luigi Lunari ha scritto, offrendo al pubblico testi di graffiante ironia e, insieme, profonda umanità, sguardi acuti e provocatori sull’oggi e testimonianze di una continua, mai paga ricerca sull’essere.
Ha analizzato, con intelligenza e competenza, curiosità e passione, accompagnandoci nella scoperta di autori, testi, generi e mondi teatrali, spesso andando controcorrente, scardinando, punzecchiando, scavando oltre la superficie, invitando ad andare al di là dell’apparenza, del conosciuto e dello scontato.
Ha sostenuto, affiancando con partecipazione e convinzione compagnie e operatori teatrali, consigliando, proponendo, guidando, anche in questo con il suo piglio schietto e senza giri di parole.
E nel suo tanto scrivere, analizzare e sostenere, ha sempre dedicato un posto speciale al mondo del teatro amatoriale Fita. La sua azione come consulente artistico del Comitato veneto della Federazione ha lasciato il segno, così come la sua opera in veste di selezionatore finale del Festival nazionale “Maschera d’Oro”, che anche alla sua visione deve il. successo ottenuto in questi trent’anni di vita.
Lo ribadiamo: essere esaurienti nel dire il “quanto” e il “come” del suo impegno per il teatro è impossibile. Speriamo allora che questo “Premio Renato Salvato”, così speciale per tutti noi, arrivi là dove le parole non riescono ad arrivare.

 

LA SCUOLA E IL TEATRO
Concorso di critica teatrale per gli studenti delle Scuole superiori del Veneto

1ª CLASSIFICATA
BIANCA ANTONIAZZI
Scuola: II BLSA “Istituto Umberto Masotto” (Noventa Vicentina)

studenti prima

Quali situazioni ci spingono a buttare le maschere e a difenderci dagli altri, amici o nemici che siano, rivelando il peggio di noi stessi? Quanto in basso si può arrivare per ottenere ciò che si desidera?
Il metodo Gronholm, del catalano Jordi Galceràn, interpretato dalla compagnia "I Complici" di Bologna, regia di Domenico Marchigiani, descrive con maestria come vengano calpestati i sentimenti umani durante un colloquio di lavoro in cui quattro concorrenti sono tra loro in competizione. L'autore descrive questa situazione in modo grottesco e inumano in quanto la tecnica di selezione utilizzata, totalmente nuova e imprevedibile, comporta che i quattro protagonisti vengano chiusi in una stanza osservata da telecamere, mentre le immagini stesse vengono trasmesse direttamente agli spettatori tramite due schermi posizionati ai lati del palcoscenico. Siamo noi in realtà coloro che devono giudicare i personaggi/concorrenti? O, da spettatori, gli attori e le loro performance? Bravissimi gli attori nell'esprimere con abilità gli stati d'animo di coloro che competono per l'ambito posto di lavoro, attraverso battute ritmate e aggressive, come richiede la loro situazione di competizione senza scrupoli.
L'ambientazione, statica durante l'intero spettacolo, evidenzia l'apparente normalità della lotta psicologica combattuta dai quattro attori nell'intera durata dell'esibizione ed è formata da elementi che sono presenti in un normale posto di lavoro. In tutto lo spettacolo un'unica melodia viene ripetuta all'inizio e alla fine per dare maggiormente un senso di alienazione. Questo spettacolo lascia il pubblico a bocca aperta, attraverso colpi di scena difficilmente prevedibili e reazioni inaspettate dei personaggi. L'eloquio è molto spesso politically uncorrect per cui è necessario avvisare coloro che hanno intenzione di vedere l'esibizione che i toni ed il lessico utilizzati potrebbero offendere o indignare. Comunque, è proprio grazie ai toni trasgressivi e all'aggressività dei contenuti che i personaggi riescono ad interpretare come la disumanità dei personaggi si manifesti nella lotta per il potere, esprimendo ciascuno la propria debolezza psicologica interiore. Specialmente alla fine, il pubblico sembra aver molto gradito applaudendo abbondantemente, accattivato dallo svelarsi del testo; qualche piccola incertezza da parte dell'unica attrice che ha indugiato in alcune battute, scusabile visto il susseguirsi veloce del dialogo caratterizzato da uno stato di pressione psicologica. Vietato rivelare in anticipo anche solo qualche futile dettaglio della trama, questo rovinerebbe la sorpresa, quindi consiglio vivamente di documentarsi il meno possibile prima di assistere allo spettacolo. Bravi comunque tutti e quattro gli attori che sono riusciti, insieme, con la loro recitazione fino alla fine ad esprimere la difficoltà della vita moderna che spinge istintivamente l'uomo a salvarsi calpestando i sentimenti altrui. Uno spettacolo da assaporare con occhio critico ma mente aperta, per essere pronti a giudicare anche noi stessi sulla base delle provocazioni proposte dall'autore, facendoci nascere questiti su come ci saremmo potuti comportare trovandoci nella medesima situazione: vittime o carnefici?

 

2ª CLASSIFICATA
GINEVRA CARIOLATO
Scuola: V CA “Liceo G.G. Trissino” (Valdagno)

studenti seconda

Un uomo anziano parla con la moglie. Cosa c'è di strano in questo? Nulla, a parte il fatto che la moglie è morta. In uno studio polveroso che sa di vecchio con delle (fin troppo grandi e appariscenti) immagini di cartoni animati, due valigie fanno bella mostra di sé a un lato della stanza. Il vecchio professore sta partendo. Lascia la casa di suo figlio e, in fondo, anche la sua vita stessa. Va in una casa di riposo per non tornare mai più. La decisione è sua. Sente che è un peso per il figlio e la sua famiglia. Ma non è una decisione facile. Parlando col fantasma della moglie, ripercorre i momenti più importanti della sua vita, parla con disperazione della sua condizione di vecchio, tira fuori tutte le cose non dette, tutti i dispiaceri, le angosce più profonde. Ma c'è di più. Astio. L'uomo è pieno di astio. Nessuno parla veramente con lui, e lui non parla veramente con nessuno. È incapace di aprirsi. Tra lui e il figlio c'è un muro insormontabile, una distanza incolmabile. Gioventù contro vecchiaia. Forse, anche vita contro morte. Nel secondo atto, ritroviamo il vecchio nella serra della casa di riposo, che stavolta parla con una piantina. Ancora una volta l'incomunicabilità e la solitudine permeano la scena. La scenografia asettica, tristemente grigia, con grandi pannelli e al centro un carrello per le pulizie e un'alta scala, la cui ombra sui grandi pannelli sembra quasi un fantasma, mostra vuoto, grigiore mentale.
Ecco, in sintesi, Le ultime lune scritto da Furio Bordon nel 1992 e presentato il 3 marzo 2018 al Teatro San Marco di Vicenza, nell'ambito della 30^ edizione del Festival Maschera d'Oro, dalla compagnia "La Cricca" di Taranto, con la regia di Aldo L'Imperio, che è anche l'attore principale, colui che interpreta il professore. Insieme a lui, Anna Cofano, nel ruolo della moglie, e Peppe Nardone, nel ruolo del figlio.
Il testo è sicuramente di qualità, malgrado alcune ridondanze, e certo ancora attuale. In alcuni momenti gli attori appaiono un po' sopra le righe, ma nel complesso la recitazione scorre piacevolmente fluida e intensa. Un inconveniente tecnico non indifferente, invece, è rappresentato dall'audio. Dal fondo della sala, infatti, è difficile sentire chiaramente le battute ed è un peccato, perchè, inevitabilmente, alcuni passaggi si perdono.
Interessante, nel primo atto, il gioco di luci che accompagna la scena e permette di distinguere chiaramente quando il protagonista parla con la moglie e quando con il figlio, entrambi in scena. Infatti, quando si rivolge al figlio, la luce è alla massima potenza, forse a indicare il contatto col mondo dei vivi; mentre, quando parla con la moglie morta, le luci si abbassano. Nel secondo atto, le luci rimangono basse per tutto il tempo, ad aumentare il senso di angosciante oscurità e vuoto. Ad accompagnare lo spettacolo la vibrante musica di Bach, che si adatta perfettamente all'atmosfera crepuscolare. I costumi sono piuttosto semplici ma curati, e ben si adattano ai personaggi.
La regia si è rivelata sufficientemente efficace, tra gli attori vi è una buona sintonia e i loro movimenti appaiono ben studiati. Le entrate in scena, così come le uscite del professore e della moglie, segnate ancora dalla musica di Bach, si sono rivelate assai indovinate e ricche di pathos, mentre l'entrata del figlio a metà del primo atto, sapientemente anticipata dalle parole del protagonista, avviene in scioltezza.
Lo spettacolo è stato accolto con entusiasmo dal pubblico che ha lungamente applaudito.

 

3ª CLASSIFICATA
MIRIAM TRIVELLIN
Scuola: II BLSA “Istituto Umberto Masotto” (Noventa Vicentina)

studenti terza

La vecchiaia... un tema importante, "complesso", dai molteplici aspetti, difficili da comprendere per chi non la sta vivendo in prima persona... per chi non si vede privare lentamente e inesorabilmente del proprio spirito, delle proprie idee, delle proprie forze e del bene più prezioso che un uomo possieda: il futuro... un'impresa ardua riuscire a trasmettere l'essenza di una fase così importante della vita ad un pubblico di tutte le età... eppure sabato 3 marzo al teatro San Marco di Vicenza, la compagnia "La Cricca", partecipando al 30° Festival Maschera d'Oro, rappresentando "Le ultime lune" di Furio Bordon, un magnifico esempio di drammaturgia contemporanea portato al successo tra il 1995 e il 1996 dal maestro Marcello Mastroianni, si è dimostrata all'altezza di tale compito.
Tutto ha inizio con la decisione presa da un padre, ex professore universitario, il quale ama a tal punto il figlio da decidere, spontaneamente, di recarsi nella casa di riposo Villa Delizia, per non essere, come si definisce lui, "d'intralcio". Ma è davvero questo ciò che vuole? Lasciare la casa, i ricordi legati ad essa di un passato felice, trascorso con la moglie poi deceduta in giovane età, e rimanere chiuso in una stanza a ricordare il passato e a vergognarsi del presente subendo le ingiurie degli anni?
No, lui non vorrebbe andarsene, come si può comprendere dal dialogo tra l'uomo e il fantasma dela moglie... sente la necessità di chiedere aiuto, di ammettere che ha paura ma il suo orgolio glielo impedisce... vorrebbe confessare che teme l'idea della morte, un'idea accettata solo quando il vivere ti ha nauseato, una nausea che la natura ti aiuta a provare facendoti invecchiare... per mascherare queste sue paure, queste sue debolezze, si diverte a tormentare il figlio prendendolo in giro e riuscendo così a calare nella narrazione un velo d'ironia che coinvolge e fa divertire gli spettatori.
Il tutto è ambientato nella semplicità ed essenzialità di due luoghi: il primo si trova all'interno della sua casa, nella camera da letto. È già pronta la valigia, nella stanza aleggia la sinfonia "La messa in si minore" di Bach; questo è l'unico luogo dove l'uomo riesce a trovare conforto semplicemente osservando i poster appesi della Disney o nei dialoghi e confessioni con il fantasma della moglie, sottolineati da un'abile variazione di luci che distinguono i dialoghi con la moglie defunta, l'immaginario, da quelli con il figlio, il reale, il presente.
Il secondo luogo è lo scantinato trascurato della casa di riposo dove, ormai abituatosi a tutti i trattamenti riservati agli anziani, ritrova un po' di tranquillità occupandosi di una piantina di basilico alla quale confida tutti gli eventi susseguitisi dal momento del suo arrivo a Villa Delizia.
Combinando tra loro con minuziosa attenzione ai dettagli questa scenografia a cura di Domenico Ferulli, le luci e l'audio a cura di Teresa Fumarola, la regia di Aldo L'Imperio e la magistrale interpretazione del travolgente Peppe Nardone nei panni del figlio, dell'enigmatica Anna Cofano in quelli della moglie e di Aldo L'Imperio il quale ha interpretato con maestria e con vera immedesimazione il ruolo del padre, ne scaturisce un grande spettacolo che si sviluppa in un arco di circa 80 minuti, divisi in due atti. Esso fornisce molti spunti di riflessione e nuovi punti di vista per i giovani, pensiero condiviso dai molti spettatori che, al termine della rappresentazione, hanno accolto la compagnia La Cricca con applausi scroscianti.

 

ALTRI SCATTI DELL'EDIZIONE 2018

conferenza stampa  mascalucia sguardoponte01  lizzana tingeltangel04  ringhiera sensalematrimoni01
 La conferenza stampa  Nuovo Teatro Stabile Mascalucia  Compagnia di Lizzana  La Ringhiera
 trappola carnovale01 lacricca leultimelune05   complici ilmetodogronholm02  incontri ferdinando04
La Trappola La Cricca I Complici Incontri
 convegno la vigna appuntamento introduttivo  convegno sala stucchi  concerto 02 
 Conversazione alla Biblioteca Internazionale La Vigna  Incontro con gli studenti per il concorso di critica teatrale  Conversazione nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino  Concerto di Roberto Jonata a Palazzo Chiericati
 concerto 01 running01  running 00  running 02 
 Concerto di Roberto Jonata a Palazzo Chiericati  Esibizione di Valter Rado e Mabò Band  Esibizione di Valter Rado e Mabò Band Esibizione di Valter Rado e Mabò Band

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