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Compagnie

40 candeline a Spresiano

Sono due le compagnie iscritte da quarant'anni a Fita Veneto: Teatro Insieme di Padova e Teatro d'Arte di Spresiano, in provincia di Treviso. Un traguardo costruito, dal 1978 ad oggi, attraverso passione e impegno. Fitainforma dedicherà a entrambe un doveroso omaggio, facendosi raccontare le loro storie. Iniziamo con il Teatro d'Arte Spresiano, dando già appuntamento a Teatro Insieme per una prossima uscita..

di Sara Panizzon

Ha un'anima femminile la compagnia amatoriale Teatro d'Arte, affiliata a Fita Veneto e fondata a Spresiano, in provincia di Treviso, nel 1978, anno in cui debuttò con la prima versione dello spettacolo “Il Campiello”. Tre le fondatrici che hanno saputo coltivare la passione per il teatro coinvolgendo appassionati e giovani attori in erba: Silvana Trevisiol, Lorella Salvadori e Luigina Possamai. L'amicizia sul palco e nella vita ha consolidato il loro gruppo che, anno dopo anno, è cresciuto avvicinando all'arte scenica, oltre all'attore Francesco Callegari, anche Federico Granziera, marito di Silvana, e altri appassionati di recitazione che nel 1980 hanno ufficialmente dato vita alla Compagnia Teatro D'Arte di Spresiano. 
Un nome non casuale, bensì scelto con il preciso intento di portare sul palco una cultura del teatro che affonda le sue radici nella storia, ma anche nella tradizione dialettale veneta. Ne abbiamo parlato con Federico Granziera, attore e responsabile degli spettacoli, dei quali, con la moglie, cura anche la regia.

Interno01

Granziera, sono quarant'anni che calcate le scene teatrali: che effetto vi fa?
Recitare è una grande passione. Dal primo piccolo gruppo, costituito da mia moglie e le sue amiche, oggi la compagnia conta una ventina di attori. Siamo nati nell'oratorio del paese e nel tempo abbiamo iniziato a consolidare la nostra identità affrontando anche palchi importanti come quelli del Festival nazionale "Maschera D'Oro". Io sono entrato in compagnia nel 1980 seguendo mia moglie: prima avevo altri interessi, ma poi mi sono appassionato sempre più all'arte teatrale.

Oggi come in passato cosa vi piace del teatro?
Lo spirito che ci guida è sempre lo stesso: fare un teatro che riprenda la storia, le tradizioni, ma che non abbia paura di sperimentare. La compagnia è sempre aperta a nuove idee e accoglie chi desidera avvicinarsi alla recitazione.

Nel vostro percorso artistico avete studiato anche con Marco Paolini, Mirko Artuso, Giorgio Bertan ed Eleonora Fuser: che insegnamenti vi hanno lasciato?
Bisogna sempre mettersi alla prova. Abbiamo appreso come lavorano grandi professionisti come Marco Paolini, divenendo sempre più consapevoli delle nostre capacità e dei nostri limiti. Una responsabilità che ci ha guidato nella scelta dei generi da sperimentare e nella cura dei dettagli che mettiamo in ogni spettacolo.

Avete iniziato con la tradizione veneta, a cominciare da Goldoni...
Goldoni è un caposaldo del nostro teatro amatoriale. È stato il nostro punto di partenza, sui suoi testi abbiamo lavorato guidati dai registi esterni che ci hanno seguiti nell'allestimento dei primi spettacoli. Il dialetto fa parte della nostra cultura; per esempio l'anno scorso abbiamo debuttato con la commedia "El salvadego", parodia in dialetto veneto liberamente tratta da "Dyskolos", Il Misantropo di Menandro, di cui ho curato la regia con Valentina Bertelli.

Nel tempo vi siete avvicinati alla commedia dell'arte... 
Ci piaceva l'idea di sperimentare un teatro corale che approfondisse il carattere dei personaggi. La svolta nel nostro percorso artistico è avvenuta quando abbiamo studiato con Giorgio Bertan ed Eleonora Fuser, nel 1994: grazie a loro abbiamo intrapreso il percorso artistico alla scoperta della maschera e della commedia dell'arte, poi sfociata nella produzione dei lavori teatrali "Scaramuccia",  "Storie de done" e "Il Ratto di Arianna". 

Avete creato anche spettacoli per ragazzi...
È sempre uno stimolo lavorare per le nuove generazioni. Da anni cerchiamo di avvicinare alla recitazione i ragazzi dei gruppi parrocchiali, dei centri estivi e delle scuole medie. Alcuni giovani dei workshop sono diventati membri della compagnia e questo ci dà molta soddisfazione. Negli ultimi tempi c'è stato un ricambio generazionale; in particolare sono soprattutto donne e ragazze a voler recitare con noi, gli uomini arrivano da fuori paese, ma mi auguro che qualche ragazzo di Spresiano si unisca al gruppo. 

Quali progetti avete per il 2018?
Stiamo lavorando ad uno spettacolo tutto al femminile: le attrici della compagnia racconteranno storie e ruoli delle donne durante la Grande Guerra. Il debutto sarà in aprile nel teatro di Spresiano.